sabato 16 giugno 2012

Ancora dalle parti di Badolo, nel 1909

Ho acquistato recentemente un'altra stampina fotografica, sempre su ebay, che mostra un bel gruppo di escursionisti abbarbicato su una roccia, poi uno sfondo idilliaco, con boschi, picchi, una chiesetta. Sul cartoncino di montatura è scritto "Rocca di Badolo 18.4.09":
La stampa fotografica ha dimensioni di 16,8x11,8cm, ed è montata su un cartoncino grigio di circa 21x28cm. A tergo un timbrino ellittico con sigla "A.F.B." ("A... fotografia bolognese"??).

Lo stato di conservazione è buono, con buona parte della scala tonale rispettata. Le ombre non sono più scurissime, e qualche dettaglio delle più alte luci è forse sbiadito un po'.

Passata allo scanner, l'immagine comincia a rivelare particolari gustosi:
Chi andrebbe per monti vestito così, oggi? Le signorine indossano vestitoni completi di gonna alla caviglia, maniche chiuse, e, probabilmente, un busto le inguaina. Per loro, l'unica concessione all'ambiente extra civico, è il paio di scarponcini da montagna.
 



Gli uomini non sono da meno, in quanto a rigore, con panciotti, farfallini e orologi da taschino. Qualcuno si cala un po' nella parte dell'esploratore, indulgendo in un'espressione stile "faraway eyes", imparata forse sulle pagine dell'"Illustrazione italiana". Dopotutto, quelli erano anni di viaggi, esplorazioni, colonialismo.


Era un altro mondo? Forse eravamo al confine col mondo moderno, attuale. Il 1909 è l'anno del primo premio Nobel a Guglielmo Marconi, nato a pochi chilometri da Badolo. In quell'anno la radio era una tecnologia acquisita, ne fu applicazione mirabolante l'impiego per salvare i passeggeri del transatlantico Republic, naufragato in gennaio.

C'è un'aspetto di questa fotografia che mi lascia perplesso: non riconosco le rocce su cui il gruppo di escursionisti si è disposto per il fotografo. Ma è davvero Badolo? Vediamo di localizzare il punto indagando sul resto del panorama:
Sullo sfondo un picco dalla forma familiare mi dice che siamo senz'altro da quelle parti.
Quella cima è la Rocca di Badolo! c'è anche la cappellina che fu poi distrutta dai bombardamenti dell'autunno del '44, e che si può ben vedere in questa cartolina che un tal Gigetto spedì nel 1910 dalla Leona (località poco sotto Badolo, di fronte al ponte sul Setta):
Continuando a cercare nella foto, ecco la conferma: il cimitero di Badolo, proprio lì dove me lo aspetto, sullo stradello che porta verso il sentiero in discesa verso il Fosso Raibano:
 
Ho capito: per vedere la cima, la chiesetta ed il cimitero di Badolo, occorre trovarsi a sud del paese, e l'unica posizione rialzata che permetta quella veduta è l'estremità settentrionale del Monte dei Frati, che è fornita di un bel sentiero che dall'Osteria di Badolo raggiunge proprio il terrazzo di roccia dove i nostri amici si sono abbarbicati.
Oddio, non posso certo dire di aver fatto la scoperta del secolo. Ho solo capito che chi ha apposto la scritta "Badolo" sulla fotografia, si riferiva alla zona dell'escursione, o al picco fotografato sullo sfondo.
Mi resta la curiosità di sapere chi furono i prodi escursionisti che si arrischiarono per i rocciosi sentieri in abiti da città, più di cent'anni fa.

domenica 7 agosto 2011

Una foto misteriosa / 4

(segue da qui)

Bene, le ipotesi le ho fatte, è ora di preparare un supporto a base di tecnologia. Avvio Oziexplorer, e apro la mappa della zona. Seguendo la viabilità presente sulla mappa, disegno una traccia che, partendo da Badolo, mi permetta di raggiungere il punto dove la strada per Brento interseca il rio che scende dalla mia ipotetica cascata. Continuo a disegnare la traccia fino alla località Campiuno, seguendo una stradina asfaltata, poi proseguo su carrareccia, fino a raggiungere la zona dove diversi rii si congiungono e precipitano nell'imbuto. Segno qualche waypoint: il punto dove parcheggiare, il punto, raggiungibile con sterrata, al di sopra della cascata, tre punti dove ipotizzo si possa trovare la cascata fotografata dai Ranuzzi:
Ok, salvo traccia e punti, e li invio al mio GPS. Sono pronto, si parte!
La giornata è calda, ma il clima è ancora sopportabile. Arrivo a Badolo, accendo il GPS ed inizio a seguirne le indicazioni. Ho deciso di cercare prima la zona superiore alla cascata, e di addentrarmi in un secondo tempo dove suppongo sia stata scattata la foto. Supero quindi il punto che ho chiamato "parcheggio" e raggiungo Campiuno. Da qui si va a piedi. La carrareccia passa sull'orlo di un campo coltivato, ai piedi dell'affioramento di arenaria di cresta. Il paesaggio è suggestivo, sebbene alcuni recinti costruiti con reti da letto accatastate mi facciano rimpiangere la cura per il decoro del proprio territorio che si riscontra in Alto Adige. Presto si entra nella boscaglia, aumenta la sensazione d'afa. Si attraversa qualche tratto fangoso, costeggiando a sinistra un burrone di cui non si vede, tra la fitta vegetazione, il fondo. Ora scavalchiamo un rigagnolo che taglia la nostra strada e si tuffa a sinistra: segno questo punto sul gps (RIO). Siamo molto vicini al punto SOPRACASCATA, che non riusciamo a raggiungere, però, perchè lo stradello dev'essere franato, e probabilmente è stato ricostruito appena più in alto. Seguendo questa deviazione, troviamo una sorgente, e poco oltre un nuovo e più robusto rio, che possiamo osservare tuffarsi ben inciso nel profondo bosco alla nostra sinistra. Segno anche questo punto (RIO*). Da qui lo stradello diventa un bel sentiero che, dopo una breve salita, sbuca dalla boscaglia in un pianoro che riconosco per averlo ragigunto, da altro sentiero, in mountainbike. Torniamo sui nostri passi fino all'auto. Ho buone sensazioni, e credo che il caso "della foto misteriosa" stia per trovare una soluzione. In dieci minuti raggiungiamo il tornante dove parcheggiare l'auto. Una volta scesi, riconosciamo nel bosco fitto a lato della strada la traccia poco evidente di quello che doveva essere un sentierino: sorrido soddisfatto. Se c'è (o c'era) un sentiero, dev'esserci un luogo meritevole di essere raggiunto...
La vegetazione è intricata, si incontrano dei massi franati dalle alte pareti a sinistra. Non si avanza agevolmente, ma non ci sono difficoltà insormontabili. L'avvicinamento richiede poco tempo: superata una frana recente, che ha portato a valle massi e piccoli alberi, uno squarcio nella vegetazione permette di ammirare una meravigliosa parete di arenaria, dalle sfumature di un bianco caldo e dalle forme arrotondate dall'erosione:
non è ciò che sto cercando, ma vale un'emozione. Continuo ad avanzare, scavalco un masso, sollevo lo sguardo, e...ecco!
la vegetazione me l'ha nascosta finchè non sono arrivato molto vicino, ma... non ho dubbi: la cresta che scende dall'alto a destra, e la scura caverna che s'intravede in basso a sinistra sono proprio quelli dell'antica foto! Certo che cent'anni son passati, ed una guerra mondiale che in questa zona ha scaricato tonnellate di bombe, certo che forse un tempo il bosco veniva mantenuto pulito da chi raccoglieva legna, certo, insomma, che a colpo d'occhio molte cose sono cambiate, ma.... so che quegli antichi turisti fecero una sosta proprio dove mi trovo io ora. Qualche foto, da un paio di punti di ripresa, qualche ragionamento sulla difficoltà che una signora avanti negli anni, appoggiandosi ad un bastone, deve aver fatto per raggiungere quel punto dove mettersi in posa, ed ecco che alle 17:00, puntuale, come da previsioni meteo, un tuono piuttosto vicino mi consiglia di non attendere in questa gola franosa il temporale in arrivo. A casa!
E così, collegato al pc il gps, posso vedere il percorso che ho effettivamente seguito:

...e constatare che i rii incontrati nei punti RIO e RIO* sono effettivamente i due maggiori afferenti della cascata. 
Un'ultima comparazione la effettuo con l'impiego di un programma di fotoritocco:



Il punto di ripresa della mia foto sembrerebbe essere un po' più ravvicinato e spostato a sinistra rispetto a quello scelto dal fotografo del 1891. Per come si è sviluppata la vegetazione oggi, però, non mi è stato possibile vedere la cascata finchè non ne sono arrivato così a ridosso. inoltre non ho visto traccia di un percorso semplice che portasse al sottoroccia dove i tre personaggi si erano inerpicati per posare: sarà il caso di tornare a dare un'occhiata, magari quando la vegetazione sarà un po' meno rigogliosa. Qualcuno vuole accompagnarmi?

giovedì 4 agosto 2011

Una foto misteriosa / 3

(segue da qui )

La mappa allegata alla Guida turistica di Sasso Marconi, ediz. 2007, è in scala 1:25.000, non male per una visione d'insieme, e per farsi una prima idea:
Ho evidenziato Monte dei Frati, sulla dorsale tra i picchi di Badolo e Monte Adone. La strada che anticamente si percorreva per recarsi da Sasso a Castiglione è tutt'ora in uso per il traffico locale. Un tratto di questa strada, che ipotizzo sia stato percorso dai nostri turisti di fine '800, la si può vedere sulla mappa, circa un paio di cm a sinistra della vetta dei Frati, orientata da nord-ovest a sud-est. La strada è quella disegnata in bianco, che passa appena più in alto della località "Aldami di sopra".  Da lì, spostandosi verso sud, la strada costeggia, per qualche centinaio di metri, la base della parete ripidissima di Monte dei Frati, fino a discostarsene con una secca curva a destra in corrispondenza, guarda un po', del superamento di un rio che scende da una gola che si apre sulla parete sud del monte. Mmmmm. Direi che è l'ora di fare sul serio: estraiamo le mappe 1:5000 della CTR emilia Romagna, e facciamo un collage dei fogli 237042, 237043, 237081 e 237084, che coprono la zona che ci interessa:

Oh, adesso si ragiona. Qui si vede bene che a sud ovest della cima piatta di Monte dei Frati si apre una profonda spaccatura, dalle pareti quasi verticali e dalla forma a porzione di imbuto. Inevitabilmente, le acque raccolte sul monte durante le piogge, precipiteranno in questo imbuto che le porta più in basso, convogliandole in un rio presto scavalcato dalla strada Badolo - Brento. Ci vuole qualche disegnino:

Qui ho evidenziato nel circolo giallo l'"imbuto", in azzurro il probabile percorso delle acque raccolte, in rosso il tratto di strada più vicino, e in viola... alè, mi butto: una probabile localizzazione del punto da cui è stata scattata la foto. CI siamo, si parte?? ...non ancora! adesso scatta l'aspetto "tecnologico" della ricerca!

mercoledì 3 agosto 2011

Una foto misteriosa / 2

(segue da qui)
 
Detto del trattamento riservato alla foto, cominciamo a ragionare sulla possibilità di localizzare la "famosa" cascata "detta dei Frati". La premessa è che il venditore ebay aveva altre fotografie, sempre della stessa collezione, datate 1891, e firmate dalla stessa mano. Eccone qualcuna:



 Chi conosce l'Appennino bolognese riconoscerà la sagoma della Rupe di Sasso Marconi, com'era prima della frana del 1892; poi il Rocchino di Badolo, la chiesetta che stava sulla sua sommità; Monte Adone e le sue guglie, un ponte ed un mulino "del Setta".
Chi ha scattato questa serie di fotografie stava compiendo un viaggio: da Sasso Marconi (che allora era solo Sasso bolognese) fino a... Castiglione dei Pepoli? Baragazza? o Firenze?
Se i viaggiatori fossero dei Ranuzzi, come si può supporre stando alla descrizione delle foto fatta dal venditore, si stavano forse dirigendo alla Villa Ranuzzi presente in territorio di Baragazza?

Torniamo alla cascata "dei Frati": visto il percorso disegnato dalla serie di fotografie (la antica strada da Sasso a Castiglione dei Pepoli e alla Toscana, l'unica prima che fosse costruita la strada di fondovalle Setta), risulta estremamente probabile che i "Frati" fossero quelli di Monte dei Frati, tra Badolo e Monte Adone. Diamo un'occhiata alla mappa:
(particolare tratto dalla mappa allegata alla Guida di Sasso Marconi, Guida turistica di Sasso Marconi, ed. 2007)

martedì 2 agosto 2011

Una foto misteriosa / 1

Ho acquistato su ebay una antica stampa fotografica, dall'aspetto sbiadito:

Le antiche foto di paesaggio mi incuriosiscono sempre, e questa aveva un appeal particolare: una interessante scritta sul retro:
"N. 3bis: cascata detta "dei Frati", vicino a Monte Adone. 28 settembre 1891"
Monte Adone? Cascata "dei Frati"? mmmmhhh.... ma io frequento la zona di Monte Adone, e conosco un Monte dei Frati, o Monte del Frate. Ma non ho mai sentito parlare di una cascata. Eppure la descrizione del venditore sembra confermare che la zona è quella del Contrafforte pliocenico, nel tratto attraversato dal torrente Setta, nei pressi di Badolo.
Dice infatti il venditore: "RARISSIMA FOTOGRAFIA CASCATE DETTE DEI FRATI VICINO A MONTE ADONE TRA MONZUNO E PRADURO E SASSO - POI SASSO BOLOGNESE ORA SASSO MARCONI ( BOLOGNA ) FOTO SCATTATA IL 28 SETT.1891 !!! PARTICOLARE DI BAMBINI AL CENTRO DELLA FOTO        

QUESTA E LE ALTRE FOTOGRAFIE IN ASTA PROVENGONO DA UNA RACCOLTA DEI CONTI RANUZZI DI PIANORO E SONO TUTTE DEL 1891 - SONO APPLICATE SU CARTONCINO SPESSO E PERFETTAMENTE CONSERVATE E MOLTO NITIDE !!!

FORMATO INCLUSO IL CARTONE CM.23 X CM.30"

C'è da indagare.... e allora cominciamo: innanzitutto voglio ricavare la migliore qualità fotografica possibile dalla foto. In fotografia, più qualità è sinonimo di più informazioni. Sbattuta la stampa (dovrebbe essere una stampa all'albumina, montata su cartoncino apposito) sullo scanner, ne acquisisco un file ad alta risoluzione, dalla gamma tonale piuttosto piatta, dove le ombre appaiono appena grigio-brune, e le luci sono molto sbiadite. Il supporto in cartoncino appare ingiallito, con qualche macchietta bruna. Le finiture dorate del cartoncino, invece, sono in perfetto stato.
Inizio selezionando la sola foto, e su quella opero con gli strumenti "curve",  "tonalità - saturazione". Le ombre si ricostruiscono bene, ricche di dettagli e di dinamica. Le luci, invece, sono più problematiche: il tempo se le è mangiate, e non si ricostruisce facilmente ciò che non c'è più. Comunque ottengo un immagine molto più leggibile dell'originale:
Suppongo che l'aspetto della stampa al tempo della realizzazione non fosse troppo distante da questo.
Poi inverto la selezione, e passo aripulire, senza esagerare, il supporto in cartoncino. Ecco il mio risultato:
La descrizione del venditore parlava di "bambini" al centro dell'immagine, andiamo a curiosare:
Ma sono proprio bambini? vediamo di enfatizzare la leggibilità:
Provo una certa emozione a veder riaffiorare dalla carta le sembianze di questi tre viaggiatori di quasi centovent'anni fa, ripresi da un buon fotografo dilettante.
A parte le emozioni, però, non riconosco il luogo, sebbene quella roccia abbia un asfetto familiare. C'è da indagare... (segue qui)

lunedì 1 agosto 2011

Passeggiare ignari dei rischi

Apro un blog, e già ho dubbi sulla mia capacità di dedicarmici. Mah, vedremo.
Intanto ecco una documentazione fotografica dei rischi che si corrono, passeggiando come mature Giovani Marmotte. Qui siamo all'Elba, in collina, ma non così distante dal mare da scongiurare il terribile incontro con lo squalo. Anzi: lo Squalo, quello del film. La mia Canon G11 ha la lente ben graffiata, proprio in centro, e porta a casa un immagine un po' moscia:
Sarà il caso di rivitalizzarla un po', con qualche passaggio di "curve" e "maschera di contrasto", e una bella cornicetta nera:

Già meglio, eh? Bene, ora conversione in bn, un leggerissimo toning color rame, qualche ripassata con gli strumenti "brucia" e "maschera" (familiari per chi ha iniziato con la camera oscura chimica), e...
VUALA'!

P.S.: chi mi spiega come caricare le foto in modo che clickando sull'anteprima si aprano in originale?